Come saprai se hai dato un’occhiata al mio sito, oltre ad essere un Career & Business Coach, mi occupo da molti anni anche di Ricerca e Selezione del personale. Mi capita quindi frequentemente, sia in contesti professionali che informali, di sentirmi porre domande come “Potresti darmi qualche dritta per scrivere un CV efficace?”, oppure “Ma cosa volete che vi si risponda alla domanda “Quali sono i suoi punti di forza?” o “mi parli di un suo successo” o “Perché dovremmo scegliere lei?”…e altri interrogativi relativi ad altrettanti “Evergreen” della selezione del personale.

In questo articolo cercherò di rispondere almeno in parte a queste domande, e darti qualche suggerimento concreto per identificare alcune strategie efficaci.

Perché è cruciale essere esaustivi su “Chi sei”?

Partiamo da un assunto: sia che io stia leggendo e valutando il tuo CV in una fase di screening, che ti stia ponendo delle domande in una intervista, sono guidato dal medesimo obiettivo: “Conoscerti”. Raccogliere informazioni su di te, sul ruolo che ricopri, sull’organizzazione per cui lavori e le sfide che hai gestito al suo interno, è la prima fondamentale fase di un qualunque processo di valutazione e, conseguentemente, di selezione.

Molto spesso, quando valuto dei CV o quando intervisto dei candidati, resto un po’ disorientato da quante informazioni vengano date “per scontate”. Nella fase di screening del CV non trovo informazioni che mi aiuterebbero a capire elementi come, ad esempio, la complessità e dimensione del contesto in cui il professionista ha lavorato, le caratteristiche dell’organizzazione, quelle del team in cui lavora, il posizionamento del ruolo rispetto all’organizzazione, le principali relazioni interne ed esterne e così via.

Lo stesso accade in molte interviste in cui il candidato presenta fasi cruciali del proprio percorso professionale con poche essenziali informazioni: il risultato di ciò è che io mi trovo costretto a utilizzare buona parte del tempo dell’intervista a fare un lavoro di Data Mining che potrebbe essere agevolato da un atteggiamento più proattivo e puntuale da parte del candidato (liberando tra l’altro tempo per conoscere aspetti più autentici e unici del candidato, come i suoi valori, le sue aspirazioni, il suo atteggiamento verso le sfide, i cambiamenti, il suo stile di people management), e il candidato rischia di perdere una preziosa opportunità  di dimostrarmi le sue abilità di “impression management” e “self-marketing”.

 L’Arte della Narrazione nelle Interviste

Immaginiamo lo stesso candidato (medesimo ruolo, medesima azienda) che risponde alla mia domanda “Potrebbe descrivermi il suo attuale ruolo?” e proviamo a immaginare una versione più basic della sua risposta:

“Sono entrato in questa multinazionale di largo consumo circa tre anni fa. Dopo alcune esperienze di stage, ho avuto l’opportunità di entrare nel dipartimento di Marketing come Product Marketing Specialist. Le mie attività principali riguardano la gestione delle campagne di lancio dei prodotti, la collaborazione con il team di comunicazione e l’analisi delle performance di mercato. Mi occupo anche di monitorare le vendite e i dati sui consumatori per fornire input strategici.”

Ora pensiamo ad una versione decisamente più completa e proattiva:

“Lavoro come Product Marketing Specialist in una delle principali multinazionali di largo consumo, un’azienda con un fatturato annuo di oltre 15 miliardi di euro, che opera in più di 50 mercati e si posiziona tra i leader globali del settore. Il mercato italiano, in cui opero, contribuisce con un fatturato annuale di circa 500 milioni di euro: lo scorso anno ci siamo confermati al secondo posto per fatturato nel mercato di riferimento. Mi inserisco all’interno della divisione Marketing dedicata alla categoria beni per la cura personale: l’intero dipartimento è guidato da un Marketing Director, che riporta a sua volta al General Manager Italia, a cui riportano 3 Category Marketing Manager (uno per ciascuna delle nostre categorie: Cura della Casa, Cura della persona, e Prodotti per la detergenza professionale). Rispondo al Category Marketing Manager – Personal Care e gestisco due dei più importanti brand del nostro portfolio, che valgono circa il 40% del fatturato globale italiano.

Nel ruolo gestisco le campagne di lancio dei prodotti, supervisiono il ciclo di vita dell’intero portafoglio, gestendo un budget annuale di circa 1 milione di euro. Coordino attività di ricerca di mercato per comprendere le preferenze dei consumatori e posizionare il prodotto rispetto ai competitor. Collaboro strettamente con i team di Vendite, Ricerca & Sviluppo, e Comunicazione. Fra i progetti più interessanti che ho gestito nell’ultimo biennio, ritengo ci sia il progetto di ottimizzazione dei processi di sviluppo delle campagne promozionali, che ci ha permesso di ridurre i tempi di implementazione del 20%, grazie ad un miglior coordinamento tra dipartimenti ed una automatizzazione di alcuni processi operativi a basso valore aggiunto. Inoltre, il mio ruolo include l’interfacciarsi con il nostro Head Quarter Europeo per armonizzare le strategie di marketing e adattare le campagne globali alle specificità locali. Sono anche coinvolto nelle interazioni con stakeholder esterni, tra cui agenzie pubblicitarie e fornitori di servizi per il packaging, oltre che con alcuni enti regolatori per la gestione di specifici prodotti commercializzati come “dispositivi medico-chirurgici”.

Cosa Comunica una Risposta Completa

Ora, andiamo al di là dei dettagli tecnici e contenutistici che sono dei puri esempi, e confrontiamo le due versioni con “spirito critico”: la seconda versione non solo mi ha permesso di raccogliere una grande quantità di informazioni utili, evitandomi ulteriori domande di investigazione, ma mi ha già fornito importanti indicazioni sulla autoconsapevolezza professionale di chi ho davanti, sul suo posizionamento organizzativo, sull’impatto che esercita per il business della sua azienda. Ho potuto cogliere segnali di orientamento al risultato e buona sensibilità al business (ha citato più volte risultati, fatturati, numeri, investimenti). Ha menzionato rapporti con i Dipartimenti Europei, il che mi suggerisce una visione più ampia e strategica del suo lavoro, magari una buona propensione a intessere relazioni internazionali. Fornendomi proattivamente tutte le informazioni per contestualizzare il suo ruolo, ha inoltre dimostrato una chiara sensibilità verso le esigenze del suo interlocutore, mi ha fornito indizi positivi sulle sue doti di comunicazione, sulla sua consapevolezza organizzativa, sulle capacità di lettura del contesto e così via. Questo livello di dettaglio, assente nella prima versione della risposta, mi consente insomma di raccogliere indizi, farmi una prima “mappa” del professionista che ho di fronte: indizi e mappa che dovranno ovviamente essere esplorati ulteriormente con domande aggiuntive: domande che avrò per altro modo di fare con tutta la calma necessaria, avendo risparmiato entrambi molto tempo grazie alla completezza della risposta.

Intervista Te Stesso: prepararsi in Modo Strategico

autoanalisi del proprio percorso professionale farsi domande

Quello che sto cercando di comunicarti è che, che tu stia cercando di raccogliere le idee per scrivere al meglio il tuo CV, o che ti stia preparando ad una intervista, la cosa migliore che tu possa fare, probabilmente, è innanzitutto “intervistare te stesso”! Cerca di porti delle domande senza dare nessuna informazione per scontato. Non presumere che chi legge il tuo CV o ascolta le tue risposte conosca necessariamente le specifiche caratteristiche del mercato in cui operi, della tua organizzazione, le attività del tuo ruolo, le caratteristiche del tuo team. Certo, è un intervistatore professionista, e sicuramente potrà avere un bagaglio di conoscenze molto strutturato sui principali operatori del mercato (del resto è il suo lavoro!), ma nel momento in cui legge un tuo CV o ti ascolta, sta volutamente facendo “lo gnorri”! Vuole leggere o ascoltare una presentazione di te, sta osservando quali informazioni scegli, quali dettagli condividi, sta osservando se parli più di “te” in prima persona o di “noi” come team (se fai parte di un team), sta osservando se dalle tue parole emerge la consapevolezza che non svolgi il tuo ruolo in isolamento ma in modo integrato con il resto dell’organizzazione, sia a livello locale che internazionale. Nota se porti dati concreti (budget, economics) e sei hai quindi una sensibilità al business. Se sei il responsabile di un team, sarà attento a capire dalle parole che sceglierai per parlargli delle tue risorse, se tu ti senta in definitiva “un one-man band” che percepisce i suoi collaboratori come uno strumento per il raggiungimento dei suoi risultati, oppure se parlerai di risultati condivisi, di un tuo senso di responsabilità rispetto alla crescita delle tue persone…insomma ti lascerà volutamente libero di esprimerti per capire, in base a quali contenuti deciderai di portare, e alla priorità e livello di approfondimento che deciderai di dare a ciascuno di essi, CHI SEI professionalmente.

I vantaggi dell’aver “studiato” te stesso e il tuo ruolo: conoscersi per indirizzare l’intervista

A questo punto avrai forse capito che più mantieni tu il controllo su queste informazioni, più potrai indirizzare l’intervista o la lettura del tuo CV verso quella che ritieni sia la migliore versione di te per quello specifico ruolo. Va da sé che, quanto più ti sarai preparato al confronto raccogliendo informazioni dettagliate sull’azienda per cui ti candidi, tanto più sarai capace di capire quale sia la versione migliore per “lo specifico ruolo”.

Che tu debba scrivere un CV, o debba prepararti a presentare il tuo percorso professionale, il mio suggerimento è quello di arrivare ad una piena consapevolezza delle informazioni relative al tuo percorso professionale in termini di ruoli e contesto organizzativo in cui operi.

Chiediti per ogni ruolo e realtà per cui hai lavorato:

  • Quali sono le caratteristiche del mercato in cui opero? Quanto vale il business della mia azienda nel mercato di riferimento? Chi sono i principali competitor?
  • Che tipo di azienda è? È una multinazionale? Una azienda imprenditoriale? Una realtà internazionale? Che dimensioni ha? Come è strutturata?
  • Quale è, con un livello di dettaglio ovviamente opportuno sia rispetto ai fini dell’intervista che ai comprensibili limiti di confidenzialità che potresti avere, la struttura organizzativa dell’azienda?
  • Dove si pone il dipartimento per cui lavori, quali sono i suoi principali obiettivi nell’organizzazione e per il business? Quanto siete nel tuo team?
  • A chi rispondi? A chi risponde il tuo Manager? Coordini delle persone? Quante? Che tipo di professionisti sono?
  • Hai a disposizione un budget? Hai degli obiettivi economici da raggiungere?
  • Chi sono i tuoi interlocutori nelle altre funzioni? Hai rapporti con unità organizzative sovradimensionali rispetto al tuo mercato. Hai interlocutori esterni? Che scopo ha la vostra relazione?
  • Hai gestito progetti particolarmente significativi nel tuo ruolo? Hai portato dei miglioramenti rilevanti? In cosa consistono?

Ovviamente potremmo continuare ancora a lungo ponendoci delle domande relative non solo a cosa fai o hai fatto, ma anche a come lo hai fatto, con chi lo hai fatto? Quali valori e motivazioni ti hanno mosso? Come hai gestito e gestisci le relazioni significative con il tuo network per ottenere i tuoi risultati, cosa ha giustificato le tue evoluzioni professionali, eventuali promozioni, cambiamenti, ma dedicherò un articolo a questi argomenti. Per ora focalizziamoci sulle informazioni “oggettive”, sulla parte più “hard” della tua esperienza professionale che, ti posso assicurare, è già una componente estremamente importante su cui lavorare.

Una volta raccolte tutte queste informazioni, cerca di sintetizzarle e selezionare quelle che ritieni più significative nell’elaborazione del tuo CV, o nella condivisione rispetto ad una intervista.

Un CV – Tanti CV?

come scrivere un CV efficace

Una precisazione: se in una intervista, una volta metabolizzate tutte le informazioni che ti riguardano, potrai scegliere contestualmente, anche in funzione di quelle che ritieni essere le esigenze del tuo interlocutore, le informazioni più appropriate da proporre, quelle da scorrere rapidamente e quelle da omettere perché poco rilevanti, quando scrivi il tuo CV dovrai cercare di arrivare, con un unico documento, ad interlocutori che potrebbero avere obiettivi informativi diversi.

Qui si pone una annosa questione: elaborare più versioni del tuo CV in funzione delle posizioni a cui ti candidi o no? Tecnicamente la risposta sarebbe sicuramente affermativa, ma, praticamente, elaborare e manutenere diverse versioni potrebbe essere complicato e poco sostenibile nel tempo. Parti dal presupposto che, chi legge il tuo CV, è probabilmente un professionista del settore o qualcuno che è stato addestrato a farlo: cerca di condividere elementi che possano destare una “democratica curiosità” sul tuo percorso professionale e su di te, magari apportando piccole modifiche in funzione del ruolo a cui ti candidi. Il tuo obiettivo, quando invii un CV è quello di avere l’opportunità di partecipare ad un colloquio. Nessuno ti vieta, una volta ricevuto un primo contatto per una intervista più approfondita, di apportare delle modifiche anche sostanziali, e di inviare al tuo intervistatore la nuova versione del CV chiedendogli la cortesia di tenere quella in considerazione per il ruolo a cui ti candidi (sarà una iniziativa senz’altro apprezzata dagli addetti al mestiere, sia in quanto segno di capacità di contestualizzare che di motivazione al ruolo). Questa strategia ti permette di elaborare e condividere versioni personalizzate a fronte di concrete opportunità: quando insomma, potrebbe effettivamente valere la pena investire del tempo per una versione del CV dedicata! Se ovviamente hai modo e tempo per elaborare versioni differenti del tuo CV, può rappresentare una strada efficace, a patto che tutte le versioni risultino ugualmente consistenti e coerenti e che non ci siano forzature conseguenti al voler piegare il tuo percorso ad “esigenze di copione” poco argomentabili attraverso le esperienze che hai fatto, ma tieni d’occhio la sostenibilità e anche la futuribilità di questa pratica nel tempo, in un percorso professionale che, come ti auguro, è in evoluzione continua!

Scrivere un buon CV è solo il primo passo per costruire una carriera di successo. Definire obiettivi chiari, valorizzare le proprie competenze e pianificare strategicamente le prossime mosse sono aspetti fondamentali per distinguersi davvero nel mercato del lavoro. Un approccio completo e personalizzato può fare la differenza tra cercare un’opportunità e crearla.

Se senti che è il momento di dare una svolta alla tua carriera, posso aiutarti!